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“Tutto quello che avete fatto
al più piccolo dei miei fratelli,
l’avete fatto a me,

Quando avevo fame mi avete dato da mangiare,

Quando avevo sete mi avete dato da bere Ora entrate nella casa del Padre”.

(Matteo 25)

Mentre la comunità e tutti i partecipanti al progetto 13 Case in Liberia intonavano  “Whatsoever you do (lett. Qualcosia cosa tu faccia), il 14 settembre 2025 si è aperta l’inaugurazione della casa della famiglia Toby: un sogno che un tempo pareva irraggiungibile, ora finalmente realizzato.

La famiglia Toby è composta da marito e moglie, i loro figli, i nipoti e un figlio adottivo. Insieme, si preparano a iniziare un nuovo capitolo: avere finalmente un luogo da chiamare casa.

Le periferie urbane della Liberia: baraccopoli, senzatetto e resilienza

Per quattordici anni, le guerre civili in Liberia hanno lasciato profonde ferite nella società: migliaia di persone sfollate, infrastrutture distrutte, sistemi di sussistenza collassati. Il periodo postbellico è stato segnato da un lento e difficile cammino di ricostruzione e riconciliazione.

In questo contesto, le città liberiane, in particolare Monrovia, hanno subito la pressione di una rapida urbanizzazione e di una povertà diffusa. Si stima che circa il 70% della popolazione urbana di Monrovia viva oggi in insediamenti informali intorno alla capitale. (icscentre.org)

Secondo i dati di ONUHabitat, gran parte della popolazione urbana della Liberia vive in condizioni abitative inadeguate e con titoli di proprietà insicuri. (UN-Habitat)

A Monrovia, quartieri come West Point, Clara Town e Logan Town riflettono una realtà di sovraffollamento, mancanza di servizi essenziali e vulnerabilità a inondazioni, malattie ed evacuazioni forzate (Cities Alliance).

Queste condizioni non rappresentano solo la “povertà” in senso astratto: sono vere e proprie violazioni della dignità e dei diritti umani. Vivere senza un riparo stabile, sotto la pioggia, esposti alle malattie e al rischio di sfratto è una sofferenza profonda, soprattutto per i più poveri e marginalizzati.

Una nuova casa: la prima a Whenzon Bernard Farm

In questo contesto difficile, la Società di San Vincenzo de Paoli (SSVP) Liberia, in collaborazione con i suoi partner, ha avviato un progetto di restaurazione e speranza.
La prima casa è stata costruita nella comunità di Whenzon Bernard Farm, a Paynesville, nella contea di Montserrado.

I beneficiari sono stati scelti in base a criteri di urgente bisogno umanitario. Dopo numerose visite agli insediamenti urbani poveri di Monrovia, il team speciale del progetto SSVP ha sviluppato dei criteri di selezione locale e non discriminatori. 

La famiglia Toby è stata selezionata dopo aver vissuto in condizioni estremamente difficili in una piccola baracca di lamiera.

Il signor Toby, pur disoccupato, possiede una laurea in giustizia penale e una profonda passione per lo studio. Nonostante le gravi difficoltà economiche, grazie all’aiuto occasionale di parenti e amici, è riuscito a mandare i figli a scuola e a garantire un riparo di fortuna alla famiglia. Tuttavia, la loro situazione abitativa restava precaria: una baracca soggetta ad allagamenti e priva di sicurezza.

Oltre una casa: promuovere l’empowerment dei beneficiari

Una casa è più di quattro mura: è una base per la dignità e l’autosufficienza.
Insieme alla nuova abitazione, la famiglia Toby ha ricevuto formazione e supporto per avviare delle piccole attività economiche, costruendo così un futuro sostenibile senza dover dipendere dall’elemosina.

Si è svolta una cerimonia di benedizione, alla quale hanno partecipato diversi rappresentanti e partner. Un assegno simbolico è stato consegnato alla famiglia da Lucy Dhew, coordinatrice del progetto 13 Case.


La SSVP li assisterà nell’apertura di un conto bancario e nell’investimento dei fondi in una microimpresa, affinché la nuova casa segni anche l’inizio della loro indipendenza economica.

Una testimonianza di solidarietà

Il progetto non ha avuto un percorso facile: iniziato nel 2023, ha subito ritardi a causa di difficoltà di finanziamento, riprendendo solo nel novembre 2024.

Grazie agli sforzi congiunti della comunità locale, della Conferenza di Sant’Antonio del Sud Tirolo (Italia), della SSVP Liberia e del fondo di solidarietà della FHA, il sogno è finalmente diventato realtà.

In Liberia, la mancanza di una casa non è solo un problema sociale: è una crisi dei diritti umani. Le difficoltà vissute dal signor e dalla signora Toby non derivano da una scelta, ma da profonde ingiustizie sistemiche.

Entrambi hanno espresso una profonda gratitudine verso la SSVP, la FHA e tutti i donatori e volontari che hanno reso possibile questo traguardo.

La nuova casa è stata benedetta da padre Dennis Nimene, della Conferenza Episcopale Cattolica (CABICOL per la sua sigla in inglese), che ha rappresentato l’arcivescovo di Monrovia, con il supporto del consigliere spirituale della SSVP, padre Martin Dunhamn.

Durante la benedizione, padre Dennis ha detto:

“Signor Toby e famiglia, vogliamo consegnarvi le chiavi di questa casa, a nome della Chiesa Cattolica, della Società di San Vincenzo de Paoli e di tutti i donatori che hanno contribuito. Questo dono è per voi, perché possiate avere un luogo da chiamare casa.”

Un segno di giustizia e speranza

Questa prima casa non è solo un edificio: è un segno che la dignità dei più poveri conta davvero. È la prova che la solidarietà può rendere possibile l’impossibile, e che il diritto alla casa non è carità, ma giustizia.

Nel cuore delle baraccopoli della Liberia, dove tanti vivono senza servizi o sicurezza, questa casa si erge come un seme di speranza, capace di crescere, moltiplicarsi e ispirare vite trasformate e dignità ritrovata.